Maculopatia

Che cos’è la maculopatia legata all’età?

La Degenerazione Maculare Legata al’Età (DMLE) è una malattia che colpisce la macula, zona centrale della retina su cui si formano le immagini per essere trasmesse al cervello. La macula è responsabile della visione chiara e dettagliata e, se è danneggiata, il paziente perde la visione centrale necessaria a fissare un oggetto da vicino. Non è più possibile leggere, guidare, controllare l’ora, riconoscere un volto, etc.

Esistono due forme di maculopatia legata all’età:

  • degenerazione maculare non essudativa o secca/atrofica: a lenta progressione, il cui sintomo principale è una visione leggermente offuscata e distorta, con conseguenze meno gravi in termini di handicap visivo
  • degenerazione maculare neovascolare o essudativa/umida: meno diffusa, insorge e progredisce molto rapidamente, con perdita della visione più grave ed invalidante rispetto alla forma secca se non viene diagnosticata e trattata tempestivamente


Anche nei casi più gravi di maculopatia la cecità non è però mai assoluta poiché la visione periferica o laterale viene mantenuta: guardando una persona o un panorama si riescono a distinguere i contorni esterni dell’immagine con al centro una macchia scura.

E’ una malattia frequente?

Nei paesi industrializzati la maculopatia è la principale causa di cecità nell’adulto ulrasessantacinquenne . Si stima che ogni anno al mondo vengano diagnosticati circa 500.000 nuovi casi di DMLE neovascolare con una progressione negli anni legata all’aumento dell’aspettativa di vita.

In Italia secondo stime recenti oltre un milione di persone presentano segni di maculopatia iniziale: 260.000 di queste sono affette dalla forma più grave o umida, mentre ogni anno vengono diagnosticati circa 20.000 nuovi casi di DMLE neovascolare.

Quali sono le cause principali?

Età, rischio cardiovascolare

E’ il principale fattore di rischio. A 70 anni l’incidenza della malattia è di una persona su quattro, mentre dopo i 75 anni le percentuali aumentano fino al 28-30%. In circa il 40% dei casi la patologia tende a diventare bilaterale nell’arco di 5 anni.

Ipertensione arteriosa sistemica, ipercolesterolemia e dislipidemie sono in grado di alterare il flusso sanguigno retinico ed il trofismo cellulare della macula.

Dieta, fumo ed alcol

La migliore prevenzione per combattere la formazione dei radicali liberi è l’apporto di sostanze antiossidanti (come Omega 3-6, vitamina A, vitamina C, vitamina E, etc.).

La dieta mediterranea con la presenza di carboidrati ed olio di oliva, ricca di frutta e di verdura, povera di lipidi e grassi animali è un fattore importante di protezione contro i processi di usura ed invecchiamento dei tessuti vascolari e retinici.

Sia il fumo che l’alcol sono dannosi per la macula poiché riducono le difese naturali e la quantità degli antiossidanti presenti nell’organismo.

Radiazioni

Esposizioni prolungate alla luce solare e senza protezione possono portare nel tempo a danni irreversibili delle cellule retiniche. Anche i raggi ultravioletti delle lampade abbronzanti sono in grado di scatenare aumento dei radicali liberi dannosi per la funzione maculare.

Ereditarietà, sesso e razza

La malattia non è ereditaria; il rischio familiare prevale se ne soffrono più parenti prossimi. Il sesso femminile ed i soggetti di razza bianca presentano un rischio maggiore.

Come si effettua la diagnosi?

Le visite oculistiche periodiche e gli esami strumentali specialistici sono fondamentali per una diagnosi corretta e tempestiva.

  • Dopo i cinquanta anni è consigliato un controllo specialistico annuale, anche se la frequenza può variare in base all’età, fattori di rischio e quadro clinico; è importante identificare precocemente la maculopatia in modo da attuare un trattamento tempestivo ed efficace
  • Test di Amsler: è un semplice reticolo con un punto nero centrale che permette di rilevare i primi sintomi della malattia, cioè le distorsioni delle immagini.
    Viene consegnato al paziente al primo controllo ed in presenza di sintomi è fondamentale rivolgersi tempestivamente allo specialista
  • Esame della visione centrale: valuta l’acutezza visiva da lontano utilizzando una serie di lettere o di simboli posti su uno schermo a distanza prestabilita (da 3 a 5 metri) ed è misurata in decimi (10/10 è il valore normale)
  • Esame del Fundus Oculi: con l’oftalmoscopio è possibile verificare le condizioni di buona salute della circolazione retinica ed eventuali alterazioni della macula
  • Angiografia retinica: utilizzando una sostanza colorante che visualizza la circolazione capillare è possibile localizzare con precisione le zone retiniche danneggiate, stabilire lo stadio evolutivo della Degenerazione Maculare e programmare il trattamento più adeguato per arrestare la progressione della malattia.
  • OCT o tomografia a coerenza ottica: l’esame, con livelli di risoluzione in micron, permette di evidenziare tutte le componenti anatomiche della retina, le più piccole alterazioni e le patologie sino a pochi anni fa invisibili all’interno degli strati cellulari

Quali sono le cure della malattia?

Più precoce sarà il trattamento, migliore sarà il risultato ottenuto in termini di residuo visivo.

Oltre alle terapie tradizionali, come gli integratori, i trattamenti laser fotocoagulativi, le applicazioni fotodinamiche, in questi ultimi anni si sono rivelati particolarmente efficaci i farmaci antiangiogenici. Queste molecole riescono a bloccare la causa della malattia, cioè la formazione di capillari patologici, prevenendo edemi, essudati ed emorragie intraretiniche responsabili del danno cellulare.

Che cos’è la riabilitazione visiva?

E’ la nuova frontiera della moderna oftalmologia. Oggi esistono tecniche riabilitative che grazie anche all’informatica consentono all’ipovedente di ottimizzare e migliorare il residuo visivo e mantenere buoni livelli di autosufficienza nello svolgimento delle attività quotidiane.

Esame fondamentale è la microperimetria che analizza la soglia di sensibilità dei fotorecettori retinici maculari e quindi più idonei al recupero funzionali visivo.

La riabilitazione presuppone una corretta informazione data al paziente in modo che egli sia sempre motivato psicologicamente e sostenuto nell’ambito sociale.

E’inoltre fondamentale avere un’equipe dedicata dove psicologi, oculisti, ortottisti, tiflologi, tecnici informatici ed esperti in riabilitazione collaborano di caso in caso nella realizzazione di un percorso riabilitativo che deve essere sempre personalizzato.

Consigli pratici a cura della IAPB (Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità)

  • Il soggetto con maculopatia e riduzione permanente del visus deve far riferimento ad un Centro di riabilitazione visiva
  • I Centri di riabilitazione visiva sono istituiti in Italia con la legge n. 284/97 e sono presenti in tutte le regioni
  • Il soggetto ipovedente deve sottoporsi frequentemente a controlli e metodiche riabilitative presso i Centri secondo un protocollo individuale
  • Eventuali ausili ottici ed informatici, se necessari e prescritti in un Centro di riabilitazione visiva, sono a carico del Sistema Sanitario Nazionale per i soggetti aventi diritto
  • L’errore più grave che il soggetto ipovedente possa fare è quello di pensare di aver perso totalmente la visione
  • Oggi non esiste disabilità che non possa essere riabilitata